Ad anticiparlo è il presidente dell’ente intermedio Se fosse approvato slitterebbe il secondo rinnovo dell’assemblea a Palazzo di Vetro, fissata a fine dicembre. Mormile: «Se vedesse la luce sarebbe una buona cosa»
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Nuovo giro di poltrone all’orizzonte a Palazzo di Vetro. A fine dicembre è previsto, infatti, il rinnovo del consiglio provinciale ma in cantiere in Parlamento c’è un emendamento che potrebbe anche far slittare l’appuntamento con il voto. A confermarlo è il presidente della Provincia di Catanzaro, Amedeo Mormile. «Attendiamo notizie» spiega. «Pare che sia in valutazione un emendamento da inserire nel Milleproroghe con cui si aggancia la scadenza dei consigli provinciali alla scadenza dei presidenti».
«Con l’attuale sistema elettorale siamo in una condizione atipica. Ad esempio, - specifica - nel mio mandato di durata quadriennale, iniziato nel 2022 e con scadenza dicembre 2026, mi ritrovo a gestire ben due elezioni del consiglio e una del presidente. Insomma, mi sembra un po’ troppo chiamare al voto il corpo elettorale tre volte in quattro anni. Quindi se questo emendamento vedesse la luce sarebbe una buona cosa».
Attualmente, il rinnovo dei consigli provinciali è fissato ogni due anni, a differenza del mandato del presidente che si rinnova ogni quattro. Il presidente Mormile, quindi, esprime una severa considerazione sulla condizione degli enti intermedi a seguito della legge Delrio. «L’Upi martella da tempo tutti i Governi e anche le forze politiche si dicono assolutamente favorevoli al superamento della Delrio che, al di là della valutazione in sé, è una riforma monca. Qualunque fosse l’intenzione originaria del legislatore è stato sbagliato lasciarla a metà, nel guado come accaduto, indebolendo, appunto, le Province».
Riemerge nelle parole del presidente Mormile l’argomento che da giorni ha alimentato il dibattito e scaturito dalla decisione del Comune di Serra San Bruno di far ritorno alla Provincia di Catanzaro. «Nel momento in cui le province sono uscite depotenziate dalla riforma Delrio con un indebolimento istituzionale non sono state più in grado di essere rappresentative delle istanze dei comuni. In passato rappresentavano una forte forma di collante».


