La nomina è il primo tassello, forse il più delicato, di una partita che vale il futuro di Catanzaro Servizi. La Camera di Commercio ha ufficializzato l’incarico a Giovanni Puccio, il professionista chiamato ad affiancare l’amministratore unico Antonio De Marco nel percorso di ristrutturazione della società in house del Comune. Un passaggio formale ma che segna l’ingresso nella fase operativa della procedura negoziata prevista dal Codice della crisi d’impresa.
Puccio, superata la pausa delle festività, inizierà a prendere confidenza con i numeri e con una situazione che definire complessa è persino riduttivo. Sul tavolo ci sarà soprattutto il piano di risanamento a 12 mesi, il documento che dovrà indicare obiettivi, scadenze e strumenti per tentare di rimettere sui binari una società travolta, negli ultimi mesi, da una sequenza di eventi che ne hanno messo a rischio la stessa sopravvivenza.
La crisi, infatti, non nasce all’improvviso. Affonda le sue radici nell’ormai noto contenzioso con Aurora srl, legato all’operazione Parco Romani. Un debito originario da 2,24 milioni di euro, ridotto lo scorso febbraio a 1,6 milioni grazie a un accordo transattivo che prevedeva il pagamento rateale. Un equilibrio fragile, saltato però in estate quando si è scoperto che il credito fiscale su cui Catanzaro Servizi contava per la compensazione era inesistente. Da lì, l’effetto domino.
Il mancato pagamento della prima rata ha riaperto lo scontro. A inizio dicembre Aurora srl ha rinnovato il precetto per 3,1 milioni di euro – 1,5 milioni di capitale più interessi – arrivando, dieci giorni dopo, al pignoramento dei conti della società partecipata. Una mossa che ha avuto conseguenze immediate e pesantissime: liquidità azzerata, operatività ridotta al minimo e stipendi pagati solo al 50% ai circa 120 dipendenti, mentre la tredicesima era stata liquidata appena prima del blocco.
È in questo contesto che, a metà dicembre, si è riunita l’assemblea dei soci, presieduta dal sindaco Nicola Fiorita. Una riunione definita “necessaria e non rinviabile”, al termine della quale l’amministrazione comunale ha preso atto della gravità del quadro economico-finanziario e delle pressioni dei creditori, decidendo di imboccare la strada della procedura negoziata in Camera di Commercio.
Una scelta obbligata, nelle intenzioni del Comune, per guadagnare tempo, congelare le tensioni e tentare una riorganizzazione profonda. L’obiettivo dichiarato è duplice: salvaguardare la continuità aziendale e tutelare i livelli occupazionali, evitando ripercussioni sui servizi essenziali che Catanzaro Servizi garantisce alla città. In questo contesto si inserisce anche un passaggio tecnico cruciale: il ricorso per la conferma delle misure protettive è stato depositato. Le misure sono già state concesse e ora dovranno essere confermate dal Tribunale, che sarà chiamato a valutare la sussistenza dei presupposti. Un passaggio fondamentale, perché consente alla società di operare in una fase di relativa “protezione” dalle azioni esecutive dei creditori mentre prende forma il percorso di risanamento.
Ora, con la nomina dell’esperto, si entra nella fase più concreta. Sarà l’“ora del dialogo”, come viene definita negli ambienti di Palazzo De Nobili: dialogo con i creditori, con i lavoratori, con le istituzioni. Ma sarà anche il tempo delle scelte, inevitabilmente dolorose. Perché il risanamento non è uno slogan, bensì un percorso stretto, fatto di numeri, sacrifici e responsabilità.
La città osserva. Catanzaro Servizi non è solo una società partecipata: è un ingranaggio fondamentale della macchina urbana. E la partita che si apre con la nomina di Giovanni Puccio dirà molto non solo sul destino dell’azienda, ma anche sulla capacità della politica di governare una crisi senza precedenti.