Secondo l’associazione che tutela i diritti dei malati i costi dei trapiantandi e dei dializzati superano «i cento milioni. Gestione lacunosa dei pazienti»
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«Salva l’onore calabrese l’unico centro trapianto in vita: il Gom di Reggio Calabria che esegue anche i trapianti da vivente. Ma ovviamente non basta! L’anomala gestione della rete lede gli interessi vitali dei mille trapiantati renali e di centinaia di trapiantandi che l’organo lo attendono inutilmente, se non emigrano fuori regione». Lo si legge in un comunicato diffusa da Aned, l’associazione a tutela dei pazienti nefropatici.
«La presenza silente e invisibile del nuovo coordinamento, dopo quello proficuo e ventennale del dottore Pellegrino Mancini, gli organismi di controllo della rete scaduti e mai attivati, il vuoto di organico amministrativo che non fornisce dati per il monitoraggio degli interventi, l’assenza di un trapiantologo a Cosenza e il 50% delle opposizioni alla donazione sono le cause di mancato procurement e pochezza nell’organizzazione che provocano lo stallo della trapiantologia.
I costi a carico del sistema calabrese dei 100 trapiantandi, 1000 trapiantati renali e 1544 dializzati intanto superano di molto i cento milioni di euro annuali di spesa. Costi destinati ad aumentare sempre più per assenza di trapianti. In una regione commissariata come la nostra, nonostante l’enorme progresso scientifico e il miglioramento delle cure ciò costituisce uno scandalo!
Anche la nefrologia e i centri dialisi territoriali vagano nel buio e rischiano, nel silenzio assoluto della SIN (Società Italiana di Nefrologia), di naufragare come la trapiantologia». Aned denuncia la palese volontà di creare, ad arte, le condizioni emergenziali per esternalizzare la dialisi, contro gli interessi dei pazienti. «Delibera nr 524 di Crotone docet!
Perché il commissario Roberto Occhiuto, loquace a propagandare l’inverosimile sulla sanità, ancora tace e non blocca la delibera 524 di Crotone? Vediamo crescere le richieste assurde di accreditamento di terzi a Cosenza, a Catanzaro e Reggio. Troppe le voci interne al sistema che alimentano tale vocazione. Lo sa questo il commissario Occhiuto? Si indaghi!
Osserviamo oggi che centri dialisi – di Rossano, del soveratese e del vibonese - sopravvivono grazie al supporto di nefrologi pensionati, ai quali però si impongono ovvie limitazioni. Detta situazione rende lacunosa la gestione dei pazienti e, soprattutto, la fase di inserimento e mantenimento dei pazienti in lista trapianto».

