Quando il calcio decide di farsi comunità, può diventare un megafono potente di diritti, rispetto e inclusione. È questo il significato più profondo del Pallone Rosso che l’US Catanzaro 1929 ha consegnato alla Fondazione RaGi ETS – Centri Demenze Calabria, nell’ambito della campagna nazionale B4LOVE in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

A riceverlo è stata Elena Sodano, fondatrice di CasaPaese di Cicala, realtà innovativa che da anni propone un modello avanzato di assistenza e vita condivisa per le persone con demenza. Per Sodano, il gesto della società giallorossa «va oltre il calcio»: rappresenta un atto di responsabilità collettiva, una scelta di cura che unisce sport, sociale e territorio.

La consegna del Pallone Rosso è avvenuta alla presenza del presidente Floriano Noto e del direttore generale Paolo Morganti, che hanno voluto affidare alla Fondazione RaGi un simbolo ormai riconosciuto a livello nazionale nella lotta alla violenza di genere. Un atto che, come sottolinea la fondatrice, «emoziona e convalida il lavoro quotidiano e le sfide portate avanti accanto alle persone con demenza e alle loro famiglie».

Un ringraziamento speciale è stato rivolto anche a Davide Lamanna, dell’ufficio stampa dell’US Catanzaro 1929, per la cura e l’attenzione dedicate all’organizzazione dell’accoglienza. Applausi, sorrisi e calore, con l’intero mondo giallorosso che ha voluto fare la sua parte, abbracciando un messaggio che va oltre i confini dello sport.

Il Pallone Rosso, nato come simbolo di denuncia e consapevolezza, trova in Calabria una dimensione ancora più profonda, poichè diventa ponte tra una comunità sportiva dalla storia importante e una realtà sociale che combatte ogni giorno un’altra forma di violenza, più silenziosa e spesso invisibile. L’abbandono, la solitudine, la stigmatizzazione delle persone fragili.

Per Elena Sodano è stato «bellissimo, e si legge nei miei occhi». Dietro quelle parole c’è la consapevolezza che quando il calcio smette di essere solo spettacolo e si fa comunità, può davvero incidere sulla cultura, sulle relazioni e sulla vita delle persone.

In un tempo in cui il dibattito sulla violenza di genere richiede voci nuove, credibili e capaci di parlare a tutti, il gesto dell’US Catanzaro indica una strada possibile: usare la forza popolare dello sport per affermare un principio semplice e radicale — nessuna donna deve essere lasciata sola. E nessuna fragilità deve restare invisibile.