Un intervento su un gruppo social sulla prossima riapertura dei locali ex Upim e si scatena la bagarre a colpi di post.
Neppure quella che è una bella notizia, come la ripresa dell’attività commerciale in un luogo storico del corso Mazzini riesce a riappacificare i catanzaresi con la loro città.
Chi contesta la tipologia del negozio (un supermercato, ormai da anni assente in centro) chi paventa l’invasione di tir e auto in cerca di parcheggi.
Tutto questo mentre la crisi devastante del commercio nei centri storici di tutte le città, la propagazione delle vendite online ed il dramma della pandemia hanno ridotto anche il corso principale di Catanzaro una scacchiera di serrande aperte e tante altre irrimediabilmente abbassate.
Vi riportiamo integralmente l’intervento di un giovane che rivela d’essere il figlio dell’imprenditore che investirà in questi locali (Mottola, Conad) il quale delinea in modo molto calzante il fenomeno che tende a demonizzare qualsiasi iniziativa, non solo commerciale, venga intrapresa per contrastare il declino di un centro storico peraltro bellissimo (specie se visto con gli occhi del viaggiatore forestiero) .

L’INTERVENTO DI SANTE MOTTOLA

Buongiorno, sono Sante Mottola, un giovane che di recente si è iscritto a questo gruppo perché curioso di scoprire la storia e la cultura della propria città e per attingere alla sapienza popolare dei suoi membri; forse anche per paura che la trama di tradizioni di cui è pervasa Catanzaro potesse essere, un giorno, dimenticata.
Ciò che invece non mi aspettavo di trovare è questa bizzarra “richiesta d’aiuto” proveniente dall’amministratore del gruppo, che si dichiara addirittura spaventato dal fatto che i lavori che interessano un locale commerciale (che viene identificato come ex upim) sito nel centro città possano essere finalizzati all’insediamento di un supermercato.
Oibò, che disgrazia! Considerato lo stato del nostro vivacissimo ed esuberante centro storico, ricco per giunta di attività commerciali, non può che essere conveniente sollevare (o tentare di sollevare, aizzando gli iscritti del gruppo) una sommossa popolare per l’apertura di una nuova attività commerciale.
Credo di poter dispensare, in ogni caso, gli iscritti del gruppo dal gravoso compito di “indagare”, così come richiesto da questo post, secondo una logica francamente inquietante, in base alla quale tutto ciò che non si conosce è probabilmente foriero di un raggiro da svelare, di una matassa da sbrogliare o di un mistero da risolvere.
Posso darvi gran parte delle informazioni che desiderate: il supermercato che dovrebbe aprire (un punto vendita Conad) sarò gestito da mio padre, Maurizio Mottola. Non si tratta certo dell’avido speculatore, assolutamente disinteressato alle sorti e al decoro del centro città, che taluno ha tentato di dipingere in questa sezione commenti.
Mi riferisco infatti alla stessa persona che, non più tardi di 5 anni fa, si è fatta promotrice e ha finanziato un’iniziativa senza scopo di lucro che ha permesso di alzare finalmente la saracinesca del Supercinema nel centro storico.

SEMPRE CRITICHE

Il fine di quell’iniziativa (non di certo estraneo a quella odierna) era proprio quello di restituire al centro città servizi, forme di attrattiva e di cultura, che da tempo sembravano aver perso diritto di cittadinanza a Catanzaro.
Il riferimento mi è sembrato opportuno per due ordini di ragioni: in primo luogo, offre una testimonianza della bontà degli intenti dell’operazione; poi, mi permette di stigmatizzare la tendenza della società catanzarese, sui social e fuori, a sospettare indistintamente di chiunque e di qualsiasi cosa, insinuando strani dubbi tra un sussurrato e un non detto.
Dunque, già ai tempi dell’apertura del Nuovo Supercinema dovetti difendere, quindicenne,  la mia famiglia da attacchi pretestuosi su questo social network (e non, si badi, su questo gruppo). “I soliti amici di amici”, “chissà quali interessi lo spingono”, così dicevano. Chiaramente, tutte falsità. Tuttavia i commenti, i pettegolezzi, le insinuazioni rappresentano il sintomo di un’idea alla quale non mi sono mai arreso, sebbene da molti propugnata, per cui la cittadinanza di Catanzaro avrebbe rinunciato da tempo alla capacità di giudizio, tanto arsa dal suo rancore e dalla sua rabbia da non riuscire a distinguere iniziative potenzialmente positive dai soliti tentati raggiri cui è stata esposta negli anni.
NESSUN SEGRETO
Il post addirittura insinua l’idea che i lavori si stiano svolgendo in “segretezza”. Cosa può intendersi con segretezza, se non, letteralmente, “una cosa che è celata ad altri”? Figurarsi! Tanto e tale è stato il livello di segretezza che l’amministratore nel post, così come diversi soggetti nei commenti, è stato immediatamente in grado di identificare luogo di svolgimento dei lavori, tipo di attività da insediare, e catena di supermercati di riferimento. Alla faccia della segretezza! Che senso avrebbe, poi, tenere segreti i lavori di quella che dovrebbe essere un’attività rivolta al pubblico?
In ogni caso, mi permetto di segnalare che il locale prossimo alla “splendida chiesa del San Giovanni e al Castello” (così dice il post a cui rispondo) è privo di un’attività commerciale oramai da anni. A cosa serve una bella cornice, se non è riempita da un quadro?

GARAGE CONVENZIONATO

L’assenza di qualsiasi impresa nel locale, e le scarse possibilità di resistenza dei coraggiosi che hanno tentato di insediarle all’interno, rappresenta una circostanza che, viste le mie scarse competenze e conoscenze, mi astengo dal commentare; c’è però un dato di fatto: finalmente il locale riospita una nuova attività e la risposta della cittadinanza, per quanto ho potuto leggere, consiste nel solito, rammaricante rigurgito di sdegno.
Mi preme inoltre rendervi edotti di un ulteriore dato: all’interno dello stesso edificio è presente un garage con cui verrà stipulata una convenzione, che permetterà di neutralizzare i paventati problemi relativi alla viabilità.
Leggo, infine, nei commenti di questo post che il “corso di Catanzaro meriterebbe ben altro, come un negozio di abbigliamento”: ebbene, oltre al supermercato, cui fate riferimento, probabilmente nei prossimi mesi sorgeranno due negozi di abbigliamento, sempre ad opera della stessa società. Non so però se questo soddisferà gli strani appetiti di questo gruppo: ogni nuova attività sembra essere indegna dei mitici fasti del passato. Ciò che è importante, per voi tutti sembra, è che il Corso rimanga la vetrina, spettrale e raccapricciante, che è stata nel corso del tempo. Un triste simulacro degli anni che furono.

IMPARIAMO AD APPREZZARE

Poco importa che l’attività che storicamente aveva sede in quei locali (l’ex upim) avesse una vocazione del tutto coincidente con quella che dovrebbe sorgervi, poco importa che un’attività siffatta potrebbe finalmente generare “movimento” a fronte di una stasi pluriennale, poco importa perfino che anche i centri storici delle città più note d’Italia siano fornite da grandi catene di supermercati.
L’importante è rimarcare che un tempo c’era qualcosa e che oggi non c’è più, e forse non ci sarà più.
E’ bene ricordare il passato, celebrarne le tradizioni e mitizzarne i riti. E’ però altrettanto vero che rappresenta un inquietante sviluppo di queste idee vivere in un passato ideale, criticare tutto ciò che a tratti vi si discosta, e dimenticare che proprio in quella mitica epoca passata hanno messo radici e proliferato i germi che hanno infettato questa nuova, malata società.
Se questo è lo spirito del gruppo, sarò ben lieto, per quanto poco possa importarne, di non farne più parte. Buona giornata.