Catanzaro sceglie di rendere omaggio a uno dei suoi riferimenti morali più forti: il cardinale Domenico “Mimmo” Battaglia. Il Consiglio comunale ha approvato il conferimento della cittadinanza onoraria, un gesto che suggella un legame profondo, umano e spirituale che il porporato ha sempre mantenuto con il capoluogo calabrese.

Il sindaco Nicola Fiorita ha definito il momento «di solennità necessario», per dare forma istituzionale a un rapporto costruito negli anni attraverso la presenza, il servizio agli ultimi, l’impegno sociale. Battaglia – nato a Satriano – ha servito la comunità di Catanzaro in ruoli decisivi: rettore del seminario liceale, guida del Centro Calabrese di Solidarietà, presidente della Fondazione Betania. Un percorso che ha inciso nella vita di molti e che oggi la città sceglie di onorare.

Domenico Battaglia è nato il 20 gennaio 1963 a Satriano. Dopo gli studi in filosofia e teologia al Pontificio Seminario Regionale “San Pio X” di Catanzaro, è stato ordinato sacerdote il 6 febbraio 1988. Fin dagli esordi del suo ministero ha ricoperto vari incarichi nella diocesi catanzarese: rettore del seminario liceale, membro della Commissione “Giustizia e Pace”, parroco, direttore dell’Ufficio di Cooperazione Missionaria.

Dal 1992 al 2016 ha guidato il Centro Calabrese di Solidarietà, struttura dedicata al recupero delle persone con dipendenze, e dal 2006 al 2015 è stato presidente nazionale della Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche (FICT).

Il 24 giugno 2016 Papa Francesco lo ha nominato vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti, dove ha scelto come motto episcopale «Confide, surge, vocat te» (“Coraggio, alzati, ti chiama”). Il 12 dicembre 2020 è stato nominato Arcivescovo Metropolita di Napoli. Il 7 dicembre 2024 Papa Francesco lo ha poi elevato alla dignità cardinalizia, assegnandogli il titolo di San Marco in Agro Laurentino.

La voce pubblica di un cardinale vicino alla gente

Al momento della nomina cardinalizia, Battaglia ha invitato a non chiamarlo “eminenza”: «Sono e resterò sempre don Mimmo», ha detto, sottolineando «il peso della responsabilità» e la gratitudine per una scelta rivolta «a un figlio del Sud» chiamato a portare con sé «le gioie e le angosce dei poveri e di tutti coloro che soffrono nel nostro Meridione».

In più occasioni si è confermato una vera “bussola morale”, ribadendo che il suo ruolo non è un titolo di prestigio, ma un impegno a favore degli ultimi. Alla vigilia del Concistoro ha ricordato che «il compito di un cardinale è essere un punto di riferimento per chi vive nelle periferie dell’esistenza». In un’intervista recente ha espresso una visione lucida e appassionata della città che guida: «Napoli è una terra meravigliosa, piena di bellezza e di umanità, ma segnata da ferite antiche e nuove. La fraternità non è mai un punto di partenza, è una conquista da custodire con piccoli gesti di vicinanza, di ascolto, di perdono».

Un riconoscimento che racconta un’identità

Questo stile sobrio, autentico e vicino alla gente è la cifra che ha accompagnato tutta la sua vita pastorale ed è la stessa che oggi spinge Catanzaro a conferirgli la cittadinanza onoraria. Un riconoscimento che non celebra solo la sua figura, ma un’intera idea di comunità: quella che mette al centro gli ultimi, la solidarietà, la cura delle fragilità. La cerimonia ufficiale si terrà nei prossimi mesi e sarà l’occasione per riunire la città attorno a uno dei suoi testimoni più autorevoli.