A poco tempo di distanza dalla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il Comune di Stalettì si mobilita con un evento cruciale intitolato "Percorsi di libertà". L’iniziativa, organizzata dall’Associazione Stalé e patrocinata dall'Amministrazione, si terrà sabato 29 Novembre alle ore 16.00 presso la sede dell'associazione, in via Fazzari 5. L’obiettivo è chiaro: fornire strumenti concreti e stimolare una riflessione profonda sulle radici e sulle manifestazioni della violenza di genere.

Uscire dal Silenzio e Costruire Consapevolezza

Il cuore dell'incontro ruoterà attorno a due fili conduttori essenziali per la lotta al fenomeno:

Uscire dal silenzio: dare coraggio e strumenti a chi subisce la violenza, spesso imprigionato dalle paure, dal peso dei pregiudizi e dalla mancanza di informazioni utili per difendersi o chiedere aiuto;

consapevolezza: sollevare il velo sulla gravità della violenza psicologica, spesso sottovalutata ma altrettanto devastante. Si discuterà di come la violenza inizi ben prima dell'atto fisico, manifestandosi nel linguaggio e nei comportamenti quotidiani.

A introdurre la discussione sarà la scrittrice Jesa Aroma, che presenterà il suo libro ‘Maschere di Vetro e Polvere’ e dialogherà con l’Assessora alle Politiche Sociali, Valentina Lombardo.

Supporto sul Territorio e Mostre Collaterali

Di fondamentale importanza sarà l'intervento della Fondazione Città Solidale, che illustrerà i servizi disponibili sul territorio per chi necessita di supporto e aiuto immediato, in linea con l’impegno costante della rete assistenziale calabrese.

L'evento sarà arricchito da due mostre collaterali che useranno il linguaggio dell'arte per sensibilizzare il pubblico:

'Segni di Libertà': Una selezione di dipinti dalla collezione personale di Jesa Aroma.

Fili Invisibili’: Una produzione fumettistica realizzata da Fabio Covelli nell’ambito del progetto “Conoscere, prevenire, contrastare”, finanziato dalla Regione Calabria e gestito dal “Centro Aiuto Donna” della Fondazione Città Solidale.

Gli organizzatori sottolineano come la persistenza di una cultura patriarcale, l'incapacità di gestire il rifiuto e i modelli famigliari violenti siano tra le cause principali del dramma. Per questo, l’accento verrà posto sulla responsabilità collettiva e sulla necessità di partire dai più giovani, promuovendo l’insegnamento dell’educazione emotiva, sessuale e sentimentale a partire dalla scuola.