Il Consiglio comunale di Serra San Bruno ha fatto il primo passo verso Catanzaro, dando ufficialmente il via all’iter per il ritorno del Comune nella “vecchia” provincia prima che nel 1992 venisse creata la Provincia di Vibo Valentia. Una decisione definita «storica» dalla maggioranza, che ha approvato l’atto in modo compatto rivendicando la piena coerenza con la volontà popolare e con l’identità territoriale della comunità serrese e delle aree interne circostanti.

Secondo l’Amministrazione, la scelta rappresenta un passaggio fondamentale per riallineare i confini istituzionali con la realtà quotidiana vissuta dai cittadini. «Abbiamo tenuto fede all'impegno preso con la cittadinanza – ha sottolineato in una nota stampa la maggioranza del sindaco Alfredo Barillari -. I rapporti sociali, economici e la fruizione dei servizi ci vedono ogni giorno nel Catanzarese. Anni di battaglie continue per difendere la presenza di servizi, vedono oggi, per la prima volta, un segnale politico forte e concreto che avvia l’iter per rientrare nella provincia del capoluogo così come è il volere della grandissima parte della nostra comunità».

L’opposizione lascia l’aula

Non sono mancati momenti di tensione, con la minoranza che ha deciso di lasciare l’aula. I consiglieri di opposizione hanno infatti abbandonato la seduta prima del voto sulla delibera che sancisce la volontà del passaggio a Catanzaro, senza esprimere né consenso né dissenso. La motivazione addotta riguarda la «mancanza di rassicurazioni scritte» sul mantenimento dei servizi e dei presidi essenziali.

Una scelta che il sindaco Barillari critica apertamente: «Hanno fatto come Ponzio Pilato, se ne sono lavati le mani tradendo il mandato conferito dai loro elettori che di certo avrebbero voluto una posizione chiara in consiglio comunale».

Il primo cittadino evidenzia anche le contraddizioni interne all’opposizione: «La cosa che più fa riflettere è l’ignavia politica palesata. In particolare dal consigliere Figliucci, il quale, presentatosi per l'ennesima volta con il solito foglietto da leggere, scritto dal mentore di turno, ha detto che l’idea è giusta ma il metodo sbagliato: peccato che parliamo dello stesso metodo, con proposta al Consiglio comunale, che lui stesso aveva sottoscritto su iniziativa del comitato Pro Catanzaro quando la delibera fu bocciata nel 2018».

Non manca un riferimento anche al consigliere Tassone: «Quale istruttoria ha svolto sulle garanzie del mantenimento dei servizi rimanendo con la Provincia di Vibo Valentia quando ha bocciato la volontà espressa di 2.206 cittadini serresi?».

Un iter complesso, ma avviato

Per l’amministrazione, le critiche dell’opposizione sarebbero il risultato di «argomentazioni vuote» e di una scarsa conoscenza del percorso amministrativo, che prevede una serie di passaggi istituzionali nei quali sarà possibile approfondire ogni aspetto tecnico, logistico e finanziario legato al trasferimento di provincia.

Il gruppo LiberaMente rivendica invece la compattezza dimostrata e la piena coerenza con il programma elettorale scelto dagli elettori. Secondo il gruppo, oltre a segnare un punto centrale della propria azione politica, l’avvio dell’iter sta anche contribuendo ad alimentare un più ampio dibattito regionale sul ruolo e sulle funzioni delle Province, riportando al centro la questione delle aree interne.